Dietro l’aumento o la perdita di peso spesso ci sono vissuti, sensazioni, stati d’animo, pregiudizi. Può essere l’espressione di una malattia organica o di un disagio psicologico che crea un disturbo del comportamento alimentare (DCA).
Chi si rivolge ad un nutrizionista, perché insoddisfatto del proprio corpo e del proprio peso, spesso si lamenta di non essere in grado di controllare la propria alimentazione e di mangiare eccessivamente in quanto “preda” di emozioni, che fanno stare male, che non si riescono a gestire e a controllare, o che spingono a mangiare poiché solo il cibo ha la capacità di attenuarle.
Principalmente queste emozioni sono:
- ansia
- tristezza
- nervosismo
- rabbia
- insoddisfazione
- noia
Da qui nasce la considerazione dell’esistenza di un legame tra comportamento alimentare ed esperienza emotiva, per cui l’alimentazione viene spesso usata, in maniera inappropriata, per regolare i nostri stati d’animo.
Fame emotiva
È utile sapere che quando mangiamo lo facciamo per due ragioni:
- fame
- appetito
Fame e appetito, sebbene nel senso comune possano sembrare la stessa cosa, in realtà non lo sono.
La fame è il bisogno di cibo; è quel meccanismo istintivo che ci assicura di ottenere il “carburante” per far funzionare bene il nostro corpo.
L’appetito, invece, è il desiderio di cibo; è quindi una reazione emotiva, psicologica (“sembra appetitoso”, “com’è invitante” ecc.).
Entrambi, fame e appetito, subiscono notevoli influenze da parte sia dell’ambiente fisico che psicologico; pertanto, delle volte, ci si ‘’abbuffa’’ o si applicano delle vere e proprie ‘’restrizioni’’ proprio in risposta alla situazione ambientale o emotiva in cui ci troviamo. La fame dettata non da un’effettiva necessità fisiologica ma da un preciso stato emotivo viene chiamata fame emotiva (o fame nervosa). La forza della fame emotiva consiste nel circolo vizioso che si viene a creare tra condizione iniziale di disagio e cibo; essere a disagio infatti ci spinge a mangiare, ma a sua volta l’introduzione di cibo nel nostro corpo è in grado di provocare, sul momento, una condizione di benessere, dovuta sia all’aumento della produzione di endorfine e di serotonina nel nostro organismo, che alla riduzione dell’intensità del disagio vissuto.
Disagio => Fame => Cibo => Riduzione del disagio
ATTENZIONE PERO’: Questa reazione primaria di sollievo viene ben presto soppiantata dalle nostre reazioni secondarie, derivanti dalla valutazione che facciamo dell’episodio alimentare, ovvero: sensi di colpa, rabbia, tristezza, disgusto verso se stessi.
Per cui se la fame emotiva sul momento è in grado di ridurre il nostro disagio iniziale, successivamente contribuisce ad aumentarlo ed amplificarlo.
È però evidente che, quando questo aspetto della nostra vita ci ostacola nel raggiungimento degli obiettivi che ci siamo proposti (ad esempio perdere peso) o ci causa sofferenza, diventa necessario attenzionarlo ed occuparsene, al fine di poter intervenire.
Come intervenire
Ecco che il lavoro dello psicologo diventa fondamentale per preparare o accompagnare la persona durante il programma dietetico, o meglio ancora durante la sua rieducazione alimentare. Il sostegno psicologico e la psicoterapia permettono di comprendere perché si mangia eccessivamente e di apprendere modalità più funzionali per gestire le emozioni negative.
Abbinare quindi ad una corretta rieducazione alimentare anche l’educazione emotiva è di fondamentale importanza per poter ottenere risultati ottimali e per poterli mantenere nel tempo; proprio la stabilità nel lungo tempo dei risultati rappresenta il punto di forza dell’integrazione tra l’approccio medico e quello psicologico. Non dobbiamo dimenticare che il nostro comportamento alimentare può essere un sintomo di un disagio che ha origini più profonde e che ci chiede di essere ascoltato e affrontato.
A tal fine si propongono dei percorsi affiancati in cui la dott.ssa Dartizio Rossella, Psicologa Psicoterapeuta esperta in comportamento alimentare può aiutarti a riconoscere e rielaborare questi disagi; e la dott.ssa Caldarazzo Serena, Biologa Nutrizionista può educarti ad uno stile di vita più sano ed a strutturare un piano alimentare senza privazioni, costrizioni e divieti assoluti, in linea con il fabbisogno nutrizionale specifico e con le proprie esigenze fisiologiche e cliniche.
Dott.ssa Serena M. Caldarazzo